Cara Viterbese è arrivato il momento di incarnare questo motto che da decenni sale nelle teste di noi viterbesi la sera del 3 settembre. Proprio così incarnarlo, nel cuore, nella mente, nella fisicità di ogni singolo giocatore, come unico viatico per uscire da questo disgraziato momento: 5 partite di cui 4 sconfitte ed un solo pareggio che mai si era verificato sotto l’era Camilli. Potremmo, come tifosi-sportivi, entrare in analisi su ciò che è accaduto a questo altrettanto disgraziato campionato di lega pro, ma non ci interessa, ormai è passato ed ora è il campo che giudica inesorabilmente le prestazioni. Perché essere tutti di un sentimento? Perché lo merita la famiglia Camilli che molto ha investito su questo progetto e nei precedenti, lo merita la società che bene, molto bene, ha fatto negli anni passati portando il nome della viterbese-castrense a livelli nazionali come mai era accaduto in precedenza, lo meritano i molti tifosi abbonati e non che, anche se con un po’ di difficoltà, mano a mano sono andati crescendo coinvolgendo anche la provincia, lo merita la città tutta, le istituzioni e il territorio che faticosamente sta cercando di dare qualche struttura sportiva in più utile allo scopo della viterbese. Non è bello aver sentito dire a mister Sottili, cui rinnoviamo sempre la nostra stima, che con la Juve Stabia “abbiamo fatto una figura di merda”, riferendosi alla confusione dopo aver subito il secondo gol dove ogni giocatore andava per conto proprio. Il calcio, come ogni sport, è lotta, passione, convinzione, talvolta anche determinazione che qualcuno chiama “cattiveria”. Ebbene, cara squadra e cari giocatori, è arrivato il momento di “tirare fuori gli attributi”, siamo convinti che abbiamo le potenzialità per farlo ma servite “voi”, lo spogliatoio e l’unità. Si intuisce guardandovi giocare che qualcosa non va, e allora due passi indietro tutti per farne uno e più avanti tutti insieme, e allora sarete tutti “d’un sentimento”. I Leoni Gialloblù