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Sintetico al pilastro. Ma non era meglio un altro progetto?

Tra qualche giorno dovrebbero partire i lavori per la realizzazione del sintetico al quartiere pilastro. Sarà il futuro campo di allenamento della Viterbese.
Costerà centinaia di mila euro. Solo per allenarsi. E le partite? Le partite all’Enrico Rocchi. Che però ha un campo da gioco da far invidia ad un bel campo di patate. Rifare il manto erboso? Si può fare ma quanto verrebbe a costare? Basti pensare che solo la rizollatura (il minimo sindacale) avrebbe un costo, per sentito dire, sugli ottantamila euro. Poi c’è da portare l’irrigazione da Prato giardino al manto erboso. E stiamo parlando di nulla di trascendentale. Ma allora. Il sintetico non conveniva farlo al Rocchi con una visione ed un progetto più ampio? Il campo sarebbe stato utilizzato tutti i giorni. Le giovanili avrebbero potuto giocare in casa il proprio campionato. Poteva diventare un punto di incontro sociale ed economico. Gli amanti del calcio sarebbero stati attratti dalle partite, i pensionati e gli anziani avrebbero potuto trovare un luogo di aggregazione, magari anche con una sala dedicata a loro per giocare a carte. Le squadre avversarie sono sempre accompagnate da tanti genitori e parenti. Si poteva pensare anche l’apertura di punti ristorazione e attività commerciali. D’altronde locali liberi da sfruttare sotto le tribune c’è ne sono a valanga. Oltretutto un collegamento diretto con prato giardino avrebbe consentito un più ampio polmone al centro della città. L’idea di rivitalizzare una struttura così centrale non sarebbe stata per nulla aberrante. E invece? Con il sintetico al pilastro l’Enrico Rocchi continuerebbe ad essere sfruttato solo due domeniche al mese per soli nove mesi. Cioè 18 giorni l’anno più qualche altra occasione. Un bel luogo tristemente inutilizzato.

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