Il consiglio direttivo del Football Club Viterbo comunica di aver affidato la panchina della prima squadra al sig. Giovanni De Leo, un tecnico di grande esperienza che, nel corso della sua carriera, si è confrontato con molte realtà del Sud Italia. Tra le squadre allenate, nei campionati di promozione e di eccellenza, si ricordano Gallico Catona, Vittoria e Real Avola. L’ allenatore romano, tuttavia, già dai primi passi mossi nella Tuscia ha fatto sapere di avere lo sguardo rivolto al futuro: «I successi e le esperienze della mia carriera sono impressi nella mia mente ed in quella delle persone che hanno lavorato con me. Preferisco, oggi, parlare di quello che ci aspetterà nelle prossime settimane, pensando alle partite del domani, non a quelle di ieri.»Faranno parte dello staff tecnico Christian Quattrini, in qualità di collaboratore; Daniele Cesaroni, con la qualifica di preparatore dei portieri; Alessandro Santoro, scelto come preparatore atletico.Di seguito, le prime di parole di De Leo come tecnico della squadra viterbese.
Mister De Leo, benvenuto a Viterbo. Cosa l’ha spinta a scegliere i colori biancorossi ed a sposare il progetto del patron Longo? «A conquistare la mia fiducia è stata la passione con la quale i dirigenti stanno costruendo questa nuova realtà. Una sfida sportiva molto affascinante, mossa da un sano entusiasmo e da una idea di condivisione, sia con i cittadini della Tuscia che con le altre realtà presenti sul territorio. Sono felice di poter mettere la mia esperienza al servizio del progetto biancorosso. Per mia fortuna, avrò a dispozione uno staff tecnico di altissimo livello.»
Dal sud Italia alla promozione laziale. Che campionato si aspetta di trovare? Qual è la posizione del F. C. Viterbo ai nastri di partenza? «Mi aspetto un torneo complicato e pieno di insidie. Durante la passata stagione ho seguito da vicino il girone A, documentandomi anche sul campionato di Eccellenza, ed ho trovato calciatori e tecnici di spessore. Dal canto nostro possiamo essere equiparati ad una neo promossa: avremo dunque l’obbligo di mantenere la categoria per riuscire, già dagli anni a venire, a trasformare in una realtà solida quella che oggi si presenta come una società appena fondata. Per farlo, ovviamente, dovremo investire sui giovani del posto. Nella mia rosa voglio calciatori con grande senso di appartenenza e con una profonda dedizione al lavoro.»