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Serie D Monterosi – Alessio Petti: “Penso ai miei genitori che sono lontani. Finire il campionato diventa un dovere morale ma ora conta la salute di tutti”.

Si è rivelato uno dei pilastri della migliore difesa del girone E di serie D. Parliamo di Alessio Petti, difensore del Monterosi Fc. Anche lui sta vivendo con molta apprensione questo delicato momento. Nel rispetto delle regole è rimasto qui nella Tuscia mentre i genitori si trovano lontani, ad Imola, non lontanissimo dunque dal focolaio di Coronavirus rappresentato da Bergamo, Cremona Brescia e Piacenza.

Alessio Petti, momento delicatissimo non solo per il calcio ma per l’Italia intera. Da solo con gli affetti a molta distanza. Come la stai vivendo dal punto di vista emotivo?
“E’ un momento particolare per tutti, lo sto vivendo come tutte le persone cercando di rispettare le disposizioni governative. Sono a casa solo, avrei preferito stare con i miei genitori. Magari questa cosa sotto un altro punto di vista mi dà più sicurezza a me ed a loro. Quando li sento al telefono mi raccontano che la situazione non è facile. A qualche kilometro da loro c’è un intero paese in quarantena. Speriamo che si riesca a contenere l’aumento di questo virus. Durante il giorno cerco di fare quello che durante la vita quotidiana non sarei riuscito a fare”.

Il tuo compagno di squadra Gasperini ha detto che fa in giardino tanti uno-contro-uno con suo fratello. Petti come riesce a tenersi in forma?
“Una volta al giorno fortunatamente ho un giardino nel quale riesco ad allenarmi cercando di seguire la scheda di lavoro che ci ha consegnato il nostro staff tecnico. Mi tengo impegnato un’oretta e mezza, magari arrivo alla sera più stanco e riesco a dormire meglio senza troppi pensieri”.

Ripresa del campionato ancora in un orizzonte molto lontano. C’è chi parla che probabilmente si riprenderà a maggio. Sei d’accordo?
“Il calcio ci manca a tutti. Che sia a fine aprile o metà maggio credo che sia interesse di tutti riprendere. Ognuno di noi vuole portare a termine la stagione. Abbiamo fatto dieci mesi di sacrifici, è diventato un dovere morale. Quelle otto nove partite penso sia giusto giocarle. Ma normale che debbano esserci le condizioni igienico sanitarie per garantire la sicurezza di tutti noi atleti”.

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